Maggio 18, 2024

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Asti: giudice non convalida l’arresto per il 18enne che uccise il padre

Il giudice per le indagini preliminari ha deciso di non convalidare il provvedimento di fermo richiesto dalla procura nei confronti di Makka Sulaev, 18 anni, che venerdì 1 marzo ha tragicamente ucciso il padre con diverse coltellate alla schiena e all’addome per difendere la madre da continue violenze.

Akhyad Sulaev, un cinquantenne ceceno, aveva da anni perpetrato abusi fisici e psicologici nei confronti della sua famiglia a Nizza Monferrato, nell’Astigiano.

Il giudice ha stabilito che non vi è pericolo di fuga o di reiterazione del reato, pertanto Makka resterà in una comunità protetta, monitorata tramite braccialetto elettronico, e continuerà i suoi studi a distanza per evitare l’esposizione a ulteriori stress e attenzioni. Il suo avvocato, Massimiliano Sfolcini, descrive Makka come una ragazza in “grave disagio psicofisico”, in bilico tra la resilienza e il crollo emotivo.

Nonostante l’accusa di omicidio volontario aggravato dal legame familiare, emerge una storia di abusi sistematici e violenze da parte del padre, con Makka e sua madre come principali vittime. Durante l’interrogatorio, la giovane ha fornito dettagli sulle circostanze dell’omicidio, descrivendo come ha tentato di proteggere sua madre dall’aggressione del padre.

L’avvocato sottolinea il profondo senso di responsabilità di Makka, impegnata nella comunità, nel lavoro e nello studio, oltre a prendersi cura dei fratelli minori. Tuttavia, il suo isolamento dalla famiglia e l’impossibilità di frequentare la scuola normalmente rappresentano fonti di ulteriore sofferenza per la ragazza.

Questa vicenda solleva interrogativi sulle dinamiche di violenza domestica e sulle risposte del sistema giudiziario e sociale alle vittime che si trovano costrette a difendersi da aggressioni in ambito familiare.

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