Roma, 12 novembre 2024 – La Capitale è stata teatro di un tentativo di truffa in cui un 61enne con numerosi precedenti penali ha tentato, travestito da prete, di ottenere un finanziamento presso un ufficio postale di via Anastasio II.
L’uomo, insieme a un complice, aveva pianificato l’operazione nei dettagli, presentando documenti rubati e contraffatti con l’intento di trarre in inganno il personale dell’ufficio.
Il presunto truffatore si è presentato con un look impeccabile, in abito talare, e ha mostrato una patente di guida rubata, appartenente a un alto prelato del Vaticano, nel tentativo di ottenere il finanziamento bancoposta. L’uomo era già sotto osservazione, poiché l’Ufficio Fraud Management di Poste Italiane aveva segnalato alla Polizia Postale alcuni suoi tentativi sospetti di operazioni finanziarie fraudolente. Così, gli agenti della polizia di stato, che da giorni monitoravano con attenzione le attività in alcuni uffici postali di Roma noti per l’elevato rischio di reati simili, sono intervenuti al momento giusto, bloccando il sospetto e il suo compagno.
Ma la vicenda non si limita a questo episodio. Dalle indagini è emerso che l’uomo, per anni, aveva cercato di sfuggire ai processi inviando certificati di morte falsi alle procure, cercando così di far archiviare i casi in cui risultava imputato. Un’astuzia che, sebbene incredibile, non aveva impedito alla giustizia di raggiungerlo. Inoltre, al momento dell’arresto, gli agenti hanno trovato in suo possesso una carta d’identità perfettamente contraffatta, intestata a una persona residente nella provincia di Potenza, ignara di tutto.
A complicare ulteriormente la vicenda è la figura del complice, un uomo di 40 anni, noto alle forze dell’ordine per altri tentativi di inganno. Il suo passato include episodi in cui si era spacciato come carabiniere dei Nas, e anche in questa occasione non ha mancato di sorprendere. Al momento del fermo, infatti, ha esibito un distintivo falso di qualifica, insieme a un passaporto contraffatto, intestato nientemeno che alla presidenza del Consiglio dei Ministri. Entrambi i sospetti sono stati arrestati e posti agli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico, in attesa di un processo che si prospetta ricco di dettagli sui loro tentativi di raggiro.
La cronaca di quest’episodio evidenzia ancora una volta l’importanza di un’attenta sorveglianza nelle istituzioni e la prontezza delle forze dell’ordine nel prevenire e sventare truffe di questo tipo.
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