La nave da crociera che aveva lasciato l’Europa, era diretta in Brasile quando si è verificato l’incidente; il caso coinvolge un uomo americano.
La Polizia Federale sta conducendo un’indagine sulla scomparsa di un turista avvenuta durante una crociera originaria dell’Europa diretta in Brasile. La nave ha attraccato a Recife questo giovedì 14 dicembre.
Secondo le informazioni della Polizia Federale, l’uomo, 40 anni e nato negli Stati Uniti, era caduto in mare mentre navigava in acque internazionali, come riportato da TV Globo.
![](https://www.elcarteldelgaming.com/wp-content/uploads/2023/12/Crociera.jpg)
La nave è arrivata a Recife intorno alle 8 del mattino e una squadra della PF, Polizia Federale, è stata inviata per raccogliere le dichiarazioni dei testimoni. La crociera è partita dall’Italia il 26 novembre, passando per i porti di Barcellona e Málaga, in Spagna, oltre a Santa Cruz de Tenerife, nelle Isole Canarie.
Secondo le informazioni, sono state raccolte le immagini delle telecamere di sicurezza che saranno esaminate dagli investigatori.
I testimoni
La PF ha dichiarato che, inizialmente non vi erano prove di omicidio. I passeggeri intervistati da TV Globo hanno raccontato che l’uomo è scomparso nelle prime ore di martedì 12 scorso. Il suo nome veniva annunciato ripetutamente dall’impianto audio della nave, ma nessuno si presentò. L’uomo era accompagnato dal suo compagno, cittadino messicano, e la cabina in cui si trovavano era chiusa, come riportato dall’emittente.
La Polizia Federale non ha rivelato se la nave rimane a Recife, o presegue verso la prossima destinazione che è Salvador. In una dichiarazione alla UOL, MSC crociere ha riferito che il passeggero era solo quando si è gettato intenzionalmente in mare. L’azienda ha espresso le condoglianze alla famiglia, in questo momento difficile.
Qua sotto vi lasciamo alcuni articoli che potrebbero interessarvi.
More Stories
Temptation Island 2024 chiude prima: scene censurate e fidanzati fregati
Blackout frequenti a Morsano: l’attesa di un intervento comunale
Pordenone: Gabriele Carrozzo e la storia di false dichiarazioni e condanne ingiuste