L’Italia non è un Paese per giovani. Non lo è mai stato, ma oggi è molto peggio.
Siamo la nazione dove si fanno figli a 40 anni, dove i giovani devono emigrare per respirare e dove ogni giorno ti senti preso per il culo da chi ha una poltrona piantata nel culo da vent’anni.
Una nazione ostaggio degli anziani
Non c’è rinnovamento. I politici sono sempre gli stessi, i programmi TV sembrano girati nel 2003, e chi prende decisioni ha più anni che idee. Se sei giovane e provi a fare qualcosa, o ti ignorano o ti mettono bastoni tra le ruote. L’Italia è guidata da una gerontocrazia che non capisce internet, non capisce il lavoro moderno e non capisce un cazzo della generazione attuale.

Corruzione ovunque, impunità garantita
Da nord a sud, la politica è un letamaio. Ogni anno escono fuori scandali, tangenti, abusi di potere. Ma nessuno paga mai davvero. Chi ruba ha amici nei posti giusti, chi denuncia viene fatto fuori. E i cittadini? Zitti, frustrati, anestetizzati da TV spazzatura, calcio e finta indignazione sui social. Nessuno si incazza più sul serio. Nessuno rompe più niente.
Un mercato del lavoro ridicolo e tossico
Ti dicono “vai a scuola, studia, laureati”. Poi ti ritrovi a 30 anni con 800 euro al mese e ti chiamano pure “choosy”. I contratti fanno schifo, gli stage sono sfruttamento legalizzato e la meritocrazia è una leggenda metropolitana. Se vuoi farcela, devi conoscere qualcuno, leccare qualcuno o venderti. Nessuno premia chi ha idee, talento o voglia di cambiare le cose.
L’università è una trappola lenta
Ti fotte anni di vita, ti riempie la testa di teorie inutili e poi ti lascia nel deserto. Nessun ponte con il mondo reale, zero orientamento, zero sbocchi. Chi può permettersi di vivere di passioni? Nessuno. Chi non crolla per lo stress o la depressione, spesso molla tutto e se ne va. E chi resta, galleggia in un mare di mediocrità.
La fuga di cervelli è la normalità
I migliori se ne vanno. I più svegli, i più capaci, i più ambiziosi scappano. Vanno all’estero dove almeno ti ascoltano, ti danno una possibilità, ti fanno crescere. In Italia, se hai più di 30 anni e non sei ancora sistemato, ti trattano come un fallito. Un peso. E se hai idee fuori dagli schemi, sei un pazzo.
Cultura ferma, arte morta, sogni calpestati

In un Paese che ha dato al mondo geni come Leonardo, oggi si taglia sulla scuola, sulla cultura, sul teatro, sulla musica. Chi crea, chi scrive, chi inventa viene visto come uno che perde tempo. L’arte viene messa ai margini, sostituita da influencer finti, talent show da circo e ignoranza confezionata bene. È tutto così tremendamente vuoto.
Il futuro? Nessuno lo vuole davvero
L’Italia ha paura del futuro. Ha paura del cambiamento, delle novità, dei giovani, delle donne libere, degli stranieri, della tecnologia, di tutto. Preferisce restare immobile, sperando che le cose tornino come nel 1995. Ma il mondo va avanti, e noi siamo fermi. Anzi, stiamo lentamente regredendo.
Ma allora che cazzo ci resta?
Ci resta la rabbia. La voglia di non piegarci. Di dire le cose come stanno, senza filtri, senza maschere. Di sputare in faccia a chi ci vuole muti e mansueti. Se non possiamo cambiare tutto, almeno possiamo raccontarlo. Farlo esplodere. Dare fastidio. E tu, lettore, quanto cazzo sei stufo di questo Paese marcio?
Scrivilo, urlalo, vivilo. Perché il silenzio è l’unico nemico che non possiamo più permetterci.