Leone XIV: il nuovo papa con l’odore di pedofilo addosso

Altro che guida spirituale, questo qui pare il CEO dei pedofili col rosario in mano

Oh raga, stavolta il Vaticano ha proprio deciso di superarsi. Hanno eletto Papa Leone XIV, nome da boss finale di Dark Souls ma curriculum da scaricatore di mignotte minorenni. Questo tizio, Robert Francis Prevost per la questura, non solo ha fatto parcheggiare un prete pedofilo vicino a una scuola, ma ha anche avuto le mani impastate in altri casi di coperture clericali da far venire il vomito pure al Diavolo.

Ma andiamo con ordine, perché la merda è tanta e va spalata con calma.

Il caso James Ray, il porco da convento con vista asilo

Negli anni 2000 Prevost era il boss degli agostiniani a Chicago. Non il bidello eh, il provinciale, cioè quello che prende le decisioni. Cosa fa quando si ritrova fra i piedi padre James Ray, prete già sospeso nel 1991 per abusi sessuali su minori? Gli trova una bella stanzetta nel convento di St. John Stone… a due metri da una scuola cattolica piena di bambini.

Sì, avete capito bene: un pedofilo documentato messo a vivere vicino ai minori. Cosa faceva Ray lì? Boh, sudoku? Preghiere? Intanto se la rideva in ciabatte tra i corridoi, a meno di una cancellata da un’altra possibile vittima.

E Prevost? Mutismo e rassegnazione. Lo ha lasciato lì fino al 2002, quando la bufera di scandali costrinse la Chiesa americana a fare pulizia. Ma non per sua iniziativa, eh: fu costretto, come uno studente sorpreso a copiare.

Ma non è finita: pure in Perù si faceva i cazzi suoi

Dopo Chicago, Prevost viene spedito a Chiclayo, in Perù, dove diventa vescovo. E qui pensi “vabbè magari ha imparato la lezione”. Macché. A quanto pare la sua carriera è sempre andata a braccetto con la regola del silenzio.

Ci sono testimonianze secondo cui Prevost avrebbe ignorato – o minimizzato – altre segnalazioni di abusi da parte del clero locale, sempre in nome della sacra pace ecclesiale. Un caso in particolare riguarda un sacerdote accusato da più famiglie di molestie, ma lasciato indisturbato a dire Messa e benedire bambini.

In pratica: cambia Paese, ma il modus operandi resta lo stesso. Se sei un porco in tonaca, Prevost non ti denuncia: ti sistema.

Il grande salto a Roma… tra cardinali pedofili e premi agli omertosi

Nel 2023, il nostro Leone sale al potere proprio quando la Curia puzza di bruciato. Ma invece di essere fermato per il suo passato poco pulito, viene premiato. In Vaticano lo mettono a capo della Congregazione dei Vescovi, cioè il tizio che decide chi cazzo diventa vescovo nel mondo.

Risultato? Gente con ombre gigantesche alle spalle viene promossa o lasciata indisturbata. Cardinali coinvolti in insabbiamenti (tipo Marc Ouellet, già sotto accusa per abusi e coperture) vengono elogiati pubblicamente. Una roba da far rimpiangere l’era Borgia.

C’è perfino chi dice che Prevost abbia messo il bastone tra le ruote ad alcune indagini interne, rallentando processi canonici contro sacerdoti accusati. Tutto per proteggere l’immagine della Chiesa, mica le vittime.

Il teatrino dei “non sapevo un cazzo”

Quando lo pressano, i leoni da altare diventano agnellini: “Non ero formalmente responsabile”, “La diocesi non era sotto la mia giurisdizione diretta”, “Non avevo elementi sufficienti”.
Che è tipo come se il direttore di un carcere dicesse: “Eh ma io non sapevo che c’era uno che violentava in cella”.

Questa merda ha un nome: complicità. E nel caso di Prevost, è seriale.

Questo è il Papa che ci meritiamo?

Eh no, cazzo. Non ce lo meritiamo proprio, sto porcaio di uomo col sorriso da falso modesto e le mani sporche di insabbiamenti. Lo hanno dipinto come uno che “ascolta, riflette, è vicino ai giovani”. Ma se i giovani li metti a rischio lasciando predatori col collarino liberi di agire, allora sei solo un’altra faccia di quel sistema marcio che rovina vite e protegge mostri.

Non c’è nulla di spirituale in tutto questo. È solo politica ecclesiastica, diplomazia di merda e paura che la verità faccia troppo rumore.

Il silenzio è complicità. E noi urliamo.

Non c’è bisogno di prove video o confessioni registrate: i fatti parlano. Dove passa Prevost, gli abusi vengono coperti, minimizzati o dimenticati.
E ora lo mettono sul trono più potente della cristianità.
Che cazzo di messaggio è questo?
Che se chiudi un occhio sugli stupri di minori, ti meriti l’applauso del mondo cattolico?

Noi diciamo: vaffanculo.
Alle coperture. Ai silenzi. A chi si nasconde dietro il crocifisso per salvare il culo ai pedofili.
E pure a sto Papa che sa, ma tace.

Ehi Ignoranti quanti altri dovranno essere stuprati prima che la Chiesa sputi fuori tutta la sua merda?

7 commenti

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